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Sarcofago di Clodia Plautilla

Collocazione:

  • Museo Lapidario Estense

Tipologia monumento:

  • sarcofago a cassapanca

Dettagli:

Sarcofago di Clodia Plautilla

Sarcofago a cassapanca, databile nella seconda metà del II secolo d.C. Lo schema decorativo originale del sarcofago prevedeva la realizzazione di due eroti affiancati alla tabella con anse triangolari contenente l’iscrizione funeraria. Il committente però volle probabilmente personalizzare la sepoltura facendo realizzare in luogo degli eroti, dei quali restano le bozze per le mani, ancora leggibili nella parte superiore delle anse, due platani, simboli che evocavano il nome della defunta. Sul fianco sinistro della cassa, sopra al tradizionale motivo della ghirlanda d’alloro, fece poi scolpire l’immagine del cane della defunta, con l’iscrizione del nome, "Cito". Il coperchio, che reca un'iscrizione illeggibile in caratteri gotici, non è quello originario e fu probabilmente realizzato in età medievale. Il sarcofago fu reimpiegato in Piazza Grande, a fianco della porta Regia del Duomo, come tomba nobiliare della famiglia dei Balugola.


[V(iva) f(ecit)]/ Clodia Plau/tilla sibi et / Q(uinto) Verconio Agathoni / marito optimo/ et Luciferae lib(ertae)/ in fr(onte) p(edes)XX in agr(o) p(edes)XX // h(oc) m(onumentum) h(eredem) n(on) s(equetur). //Cito//


(Sulla fronte)
Da viva fece (la dedica) Clodia Plautilla per sé, per l’ottimo marito Quinto Verconio Agatone, e per la liberta Lucifera. L’area sepolcrale misura sulla fronte 20 piedi, sul retro 20 piedi.
Questo monumento non è alienabile.

(Sul fianco sinistro)
“Cito”.

Clodia Plautilla, ancora in vita, dedicò il sepolcro a se stessa, al marito e alla liberta Lucifera, con divieto di sepoltura per gli eredi. L'area sepolrale misurava circa m 6 x 6. L’avere ricordato sulla tomba anche il cagnolino “Cito” fa pensare che questo fosse molto caro a Clodia; d’altra parte, questo uso non è inconsueto: tra i monumenti funerari conservati nel Museo Lapidario Estense, infatti, si trova una stele con coppia di coniugi, in cui sotto al ritratto della donna è raffigurato un cagnolino.
L’iscrizione in alto (Sepolcrum Nobilium De Balugola) è da attribuire al reimpiego medievale come sepolcro della famiglia Balugola.

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