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Giovanni Maria Barbieri, Epitaphia seu inscriptiones vetustissimorum marmorum quae in fodendo in Mutinensi agro variis temporibus inventa sunt

Collocazione:

  • BE, Cronache Modenesi manoscritte, Raccolta Sorbelli 1564, cc. 261-264, nn. 28-37

Dettagli:

Giovanni Maria Barbieri, Epitaphia seu inscriptiones vetustissimorum marmorum quae in fodendo in Mutinensi agro variis temporibus inventa sunt

Anno 1547 mense octob. Prope Divum Augustinum, extra moenia urbis vetera effossa plurima veterum sepulcra, ut coniici poterat, hostium injuria effracta inibi etiam inventum caput mulieris vetustissimum, cat_m integrum et pulcherrimus lapis habens has litteras.

Nell’ottobre dell’anno 1547. Presso S. Agostino fuori dalle vecchie mura della città furono scavati parecchi sepolcri degli antichi rotti, come si era potuto congetturare, dall’azione violenta dei nemici; qui fu rinvenuta anche una testa antichissima di donna, un catino (?) integro e una bellissima lapide con queste lettere.


D(is) M(anibus)/ L(uci) Mari/ Neocletis/ Postumia/ Eutychis/ marit(o) optim(o)/ v(ixit) a(nnos) XXXI d(ies) VII/ b(ene) m(erenti) p(osuit).

Agli Dei Mani di Lucio Mario Neocle. Postumia Eutiche pose, per i suoi meriti, al marito ottimo che visse 31 anni e 7 giorni.

Postumia Euthychis dedica il monumento funebre al marito Lucius Marius Neocles. I cognomina dei due personaggi sono di origine straniera, forse greca.


Q(uintus) Ambilius T(iti) f(ilius)/Pol(lia tribu) Tiro Mutin(ensis)/ miles cohort(is) VII praet(oriae)/ (centurionis) Graecini/ vixit ann(is) /XXXII militavit ann(is) XII/ arbitratu/ Myrmelia Verecunda /sororis/ T(estamento) [p(onere) i(ussit)].

Quinto Ambilio Tirone, figlio di Tito, della tribù Pollia, modenese, soldato della settima coorte pretoria del centurione Grecinio, visse 32 anni e prestò servizio attivo per 12 anni.
Per volontà della sorella Murmelia Verecunda, (il monumento) fu eretto a seguito di disposizioni testamentarie.

Quintus Ambilius Tiro, mutinense iscritto alla tribù Pollia, di origine libera, viene ricordato dalla sorella Murmelia Verecunda per le sue virtù militari.


Sex(tus) Tullius Sex(ti) f(ilius) v(ivus) / sibi et suis et/ Primae Valeriae/ Sp(uri) f(ilia) (obitae)

Sesto Tullio, figlio di Sesto, ancora in vita (fece) per se stesso e i suoi, e per Prima Valeria, figlia di Spurio, già deceduta.

Il monumento fu eretto da Sextus Tullius, ancora in vita, a se stesso, alla sua famiglia e a Prima Valeria, già deceduta: accanto all'onomastica della donna appare infatti la sigla theta, o littera nigra, iniziale del termine greco "thànatos= morte", che può tradursi come obiit, obita (deceduta).


Avolenae M(arci) l(ibertae)/ Habrae/ C(aio) Avoleno (mulieris) l(iberto)/ Gallo/ Avolenae (mulieris) l(ibertae)/ Erotini et/ Av[olenae…].

Ad Avolena Habra, liberta di Marco, a Caio Avoleno Gallo, liberto di una donna, ad Avolena Erotina, liberta di una donna, e ad Avolena…

La dedica è rivolta a liberte e liberti della gens Avolena.
I cognomi Habra, Gallus, Erotis denunciano l'origine straniera di questi servi e serve, che grazie alla liberalità dei loro patroni e matrone ottennero la manomissione.

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