Canalizzazione e fornace, VI-V sec. a.C.
Fornace, II sec. a.C.-metà I sec. a.C., necropoli, I sec. a.C.-II sec. d.C.
Scavo archeologico per il rifacimento del canale Diversivo (1993)
Lo scavo, eseguito a nord della via emilia, ha portato alla luce una porzione di canale, della larghezza di circa m 1,5-1,8, forse progressivamente caduto in disuso a causa di un interramento graduale, e i resti di una piccola fornace. Entrambe le strutture hanno orientamento nord-est / sud-ovest e distano tra loro una cinquantina di metri. Della fornace rimangono la camera di combustione circolare, del diametro di circa cm 80, con pareti in argilla concotta, e l’appendice a corridoio di forma rettangolare facente le funzioni di prefurnio, riempita da numerosi fittili. Lo strato argilloso che riempiva la camera di combustione si presentava altrettanto ricco, oltre che di residui carboniosi, di frammenti ceramici riconducibili alle produzioni etrusco-padane di VI-V sec. a.C.
Sono stati scoperti i resti di una fornace a pianta trapezoidale del tipo verticale a canale centrale, databile alla tarda età repubblicana, orientata est-ovest ed allineata al percorso della via Emilia.
Alcuni metri più a est è stata messa in luce una vasta necropoli, composta da 144 sepolture, di cui 84 ad incinerazione e 60 ad inumazione, disposte su un’area di circa 250 mq, databili tra la metà del I sec. a.C. e il II sec. d.C. Un selciato stradale collegava la via consolare all’area sepolcrale. Alla fase più antica, databile alla prima metà del I sec. a.C., si riferiscono alcune sepolture ad inumazione entro fossa terragna prive di corredo. La maggior parte delle tombe sono databili tra l’età augustea e l’età giulio-claudia. La necropoli fu frequentata, come dimostrano i rinvenimenti ceramici e monetali, fino all’età severiana.
Nell’altomedioevo nell’area sorse una calcara per il riutilizzo dei materiali lapidei della necropoli come calce da costruzione.
