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Flamen e Flaminica

Sacerdote destinato al sacrificio e al culto particolare di una divinità o dell'imperatore. Gli antichi facevano derivare la parola flamen da filum, il filo di lana che il sacerdote doveva portare nell'acconciatura dei capelli. Oggi invece si ritiene che derivi dal verbo flare, soffiare, e che il termine ricordi l'atto compiuto dal flamine di soffiare sul fuoco dell'altare. I flamines erano eletti ogni anno. Il sacerdote più importante era il flamen dialis, termine che deriva dalla radice del nome greco di Giove (Zeus, al genitivo Diós). Era scelto dal pontefice massimo da una lista di tre persone di giovane età e sottratto con la forza al padre. La sua funzione e la sua carica erano pari a quelle dei primi magistrati e aveva un posto in senato. A Roma viveva sul Palatino dove era la dimora con il fuoco sacro di Giove. Il flamen doveva sposarsi secondo un rito preciso. La moglie acquisiva anch'essa una carica sacerdotale e si chiamava flaminica. La religione romana associava la flaminica interamente al ministero del marito e le poneva duri obblighi in cambio di certi onori e prerogative. Al flames dialis era vietato il divorzio; se diventava vedovo era obbligato a deporre il suo sacerdozio.