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Strati alluvionali

Depositi fluviali da sabbiosi a limo-argillosi determinati da esondazioni di corsi d'acqua. A Modena sono stati riscontrati nel sottosuolo di tutta l'area urbana. Quelli di maggiore spessore si sono sedimentati tra la fine del VI secolo e l'inizio del VII secolo d.C. in seguito a ripetute esondazioni dei torrenti Tiepido e Cerca. L'arco cronologico della sedimentazione è definito sulla base dei rapporti stratigrafici: il deposito alluvionale copre le tombe rinvenute in piazza Grande (scheda 137), databili in base ai corredi funerari alla seconda metà del VI secolo, mentre la tomba di Via Valdrighi (scheda 325) attribuibile all'inizio del VII secolo, è stata invece trovata sopra ai livelli alluvionali e pertanto è posteriore. Le alluvioni di Modena sono state messe in relazione a particolari condizioni climatiche determinatesi in Italia settentrionale alla fine del VI secolo e in particolare con le notizie riportate da Paolo Diacono (Historia Langobardorum, III, 23-24), il quale narra che nel 589 d.C. una piena dell'Adige fu di tale portata da potere essere paragonata al Diluvium, il Diluvio Universale. L'evidenza stratigrafica e i recenti scavi presso la via Emilia Est (rinvenimento 350) hanno comunque dimostrato che probabilmente vi furono vari episodi di esondazione e quindi si può ritenere che le alluvioni che seppellirono la città di Modena siano da mettere in relazione ad un diffuso dissesto idrogeologico durato per molti decenni. Episodi alluvionali sono documentati per questo periodo su tutto il bacino del Mediterraneo e sono stati posti in relazione con un momento di peggioramento climatico. Anche il degrado e lo spopolamento del territorio e la conseguente mancanza di manutenzione delle canalizzazioni realizzate durante l'età romana, contribuirono in modo determinante al dissesto idrogeologico.