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Via Emilia

Via Emilia
Grande strada romana tracciata dal console Marco Emilio Lepido nel 187 a.C., univa le due roccaforti dell'avanzata romana in Italia Settentrionale Ariminum (colonia dedotta nel 218 a.C.) e Placentia (colonia del 191 a.C.). Lungo il suo percorso si trovavano anche le colonie di Mutina e Parma dedotte nel 183 a.C. La via Aemilia era costituita da un lungo rettifilo che tagliava la regione da sud-est a nord-ovest collegandone i principali centri. Per la sua importanza strategica e commerciale la strada divenne fin dal II secolo a.C. l'asse di impostazione del sistema itinerario della regione: dalla via Aemilia si staccavano infatti la cosiddetta via Flaminia minor costruita tra Rimini e Arezzo nel 187 a.C. dal collega di Lepido Caio Flaminio e che completava il piano di accerchiamento del territorio dei Liguri, la via Aemilia Altinate, aperta forse nel 175 a.C. da Lepido in occasione del suo secondo consolato, tra Bologna, Altino e Aquileia, la via Postumia, del 148 a.C., che univa Piacenza a Genova e Aquileia, e altre strade minori verso l'appennino e verso la pianura. Il percorso era scandito a ogni miglio (pari a 1,487 Km) da un miliario, segnale stradale dell'antichità che spesso indicava oltre alla distanza dal capolinea della via, anche il nome di chi ne aveva curato la costruzione o il restauro. Numerosi rinvenimenti archeologici hanno dimostrato che la strada era pavimentata con diverse tecniche costruttive a seconda dell'importanza dei tratti attraversati: all'interno dei centri urbani la strada era generalmente basolata, ossia pavimentata con grossi blocchi di pietra, per lo più trachite proveniente dai Colli Euganei, tagliati a cuneo e disposti in maniera regolare. Nelle aree suburbane, che spesso avevano funzione residenziale, la strada era di norma acciottolata, mentre nel territorio era glareata, ossia rivestita da un manto di piccoli ciottoli e frammenti laterizi. In corrispondenza dei ponti o di tappe importanti sorgevano spesso impianti di servizio, mansiones, stationes o mutationes (punti di ristoro e alloggio per i viandanti o stalle per il cambio dei cavalli), e veri e propri agglomerati minori (vici). Sul percorso della Via Aemilia tra Modena e Reggio Emilia, ad esempio, le fonti antiche ricordano la Mutatio Ponte Secies, che sorgeva in prossimità del ponte sul Secchia, forse presso l'attuale centro di Marzaglia, mentre verso Bologna era la Mutatio ad Victoriolae, prossima all'attraversamento del Panaro.