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Ara di Vetilia Egloge
Ara di Vetilia Egloge, metà I secolo d.C.
Collocazione:
- Musei Civici di Modena, Lapidario Romano
Dettagli:
L'ara, eretta verso la metà del I secolo d.C., è posta su un alto basamento a gradoni costituito da più blocchi di pietra che, sovrapposti, raggiungono un’altezza di oltre 4 metri.
Il monumento presenta sulla fronte l’iscrizione dedicatoria incorniciata da un elegante motivo vegetale ed è coronata da un pulvino, decorato anch’esso da girali di foglie racchiudenti due fiori a cinque petali. Sui lati minori dell’ara sono scolpite le decorazioni rituali di una patera (piatto) e di un urceus (brocca), simboli delle libagioni offerte ai defunti.
L’iscrizione ci svela le relazioni che intercorrevano fra la liberta Vetilia Egloge, che fece erigere il monumento, e le persone ad essa più care: il figlio e il marito.
L’onomastica nasconde alcuni tratti della storia dei personaggi a cui apparteneva questo imponente monumento funerario. Vetilia Egloge era stata schiava, forse di origine greca o più genericamente orientale, come rivela il nome servile Egloge, utilizzato come cognomen, poi resa libera da una donna, di cui probabilmente assume il nome “Vetilia”. Di condizione servile era stato anche il figlio, affrancato dallo sposo della madre, Lucio Valerio Costante. Non ci è possibile sapere però se Vetilia, che generò il figlio mentre era schiava, lo avesse avuto da una precedente unione o se invece fosse il figlio naturale di Lucio.
V (iva) f(ecit) / Vetilia (mulieris) lib(erta) / Egloge sibi et / L(ucio) V(alerio) Q(uinti) f(ilio) Constant(i) / decurioni Mut(inae) viro / optumo et carissimo et / L(ucio) Valerio L(uci) lib(erto) Constanti / filio piissimo apollinar(i) / et augustali
Da viva Vetilia Egloge, liberta di una donna, fece (il monumento) per sé e per Lucio Valerio Costante, figlio di Quinto, decurione di Mutina, carissimo e ottimo marito, e per Lucio Valerio Costante, liberto di Lucio, piissimo figlio, apollinare e augustale.
I membri della famiglia di Vetilia Egloge rivestivano cariche prestigiose. Il marito era un decurione di Mutina, una delle massime cariche cittadine.
Il figlio era “apollinare e augustale”, ossia membro di due congregazioni cittadine addette al culto dell’imperatore.
In fr(onte) p(edes) XX in ag(ro) p(edes) XXX
Sulla fronte 20 piedi (5,92 m), in profondità 30 piedi (8,88 m).
Come indicano le misure riportate sul basamento, l’ara occupava un lotto sepolcrale di oltre 50 mq, uno dei più grandi fra quelli attestati a Mutina.
L’analisi delle pietre dell'ara di Vetilia, eseguita dal Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Modena e Reggio Emilia, ha portato alla identificazione di tre diverse tipologie lapidee: gli elementi della base sono in arenarie delle prealpi veronesi e vicentine, la parte superiore è invece in marmo proconnesio, proveniente da una piccola isola nel Mar di Marmara.
Rosso Ammonitico
Le antiche cave di Rosso Ammonitico si trovano nel veronese in Valpolicella (S. Ambrogio) e in Valpantena e furono intensamente sfruttate dai Romani a partire dall’età augustea. A Mutina l’impiego di Rosso Ammonitico fu estremamente limitato. I pochi reperti di età Romana trovati provengono dalla parte sommitale della formazione, come dimostrato dalla presenza di Calpionelle, fossili di microorganismi con guscio calcareo a forma di vaso caratteristici della porzione più recente del Rosso Ammonitico.
Scaglia Rossa
La Scaglia Rossa ha un aspetto molto simile al Rosso Ammonitico per la sua struttura nodulare e per il contenuto in ammoniti, ma se ne distingue per i microfossili (globotruncane). Anche la Scaglia rossa è estremamente rara tra i manufatti romani rinvenuti a Modena. Era probabilmente importata dall’area veronese, insieme al Rosso Ammonitico.
Marmo proconnesio
Questo marmo è uno dei più usati dell’antichità, proveniente dall’isola di Marmara (Turchia). Lo sfruttamento delle cave poste sul mare ne facilitava il trasporto e ne determinava un prezzo tra i più economici per i marmi ornamentali. Dal I sec. d.C. le cave divennero di proprietà imperiale e vennero ampiamente sfruttate. A Modena è rappresentato da numerosi sarcofagi e are di età romana.
Da questa mappa è possibile vedere i luoghi da cui sono state importate le pietre dell'ara di Vetilia.